Intorno all’XI secolo, Pons Sanctae Anastasiae, l’abbazia monastica di Sant’Anastasia, vide i suoi natali grazie all’Abate benedettino Leone Ostiense.
Eretta tra Capua e Benevento, fu costruita probabilmente su un’antica Villa Romana e diventò presto luogo di ristoro per i pellegrini diretti al Gargano.
Con l’arrivo dei longobardi, la struttura religiosa assunse un aspetto romanico, raffinato successivamente dagli interventi dei maestri Comacini, cum machina, alternando la pietra grezza delle mura con il cotto rudemente abbozzato. Nel XIII secolo vi fu l’aggiunta della torre, sempre romanica, caratterizzata da monofore e affreschi, purtroppo solo in parte integri.
La chiesa, ad un'unica navata, luogo di sepoltura dei pontesi fino al secolo scorso, fu distrutta dall’incendio del 1934, con la perdita disastrosa del campanile e degli arredi sacri. Oggi interamente restaurata ed aperta al pubblico per visite guidate e per manifestazioni culturali, è purtroppo tutto ciò che resta dell’antico complesso abbaziale.
Tuttavia, nonostante i disastri subiti, nel 1964 è stata riconosciuta monumento storico del patrimonio nazionale e restauri successivi, hanno permesso di scoprire nuovi elementi importanti per la ricostruzione storica del sito, come la tomba di un antico guerriero con il corredo funerario.