La contrada “Pescorosso”, che ha dato il nome alla Masseria, non ha nulla a che vedere con l’albero della pesca.
L’etimo affonda le sue radici nel dialetto garganico: "pisco ruscio", ossia roccia rossa. Chiunque si trovi a passare nei paraggi, capisce subito come mai la contrada abbia preso questo nome.
La zona in cui sorge la Masseria, ricca di grotte per la sua natura carsica, è abitata sin dal paleolitico.
Il nucleo originario della Masseria è l’antica cucina, oggi adibita a sala per il breakfast, che fu edificata verso la metà del seicento. Si trattava di un magazzino con la tipica volta a botte, con un piccolo cortiletto. Agli inizi del settecento fu edificato a fianco al cortile un secondo ambiente con le volte a vela, oggi divenuto un appartamentino a disposizione degli ospiti.
Più in alto, sulla montagna, vi sono ancora tre vani rustici destinati verosimilmente ad alloggio per i pastori.
La Masseria appartiene alla famiglia Serrilli almeno dai primi dell’800.
Ai principi di marzo del 1862 attorno alla Masseria si svolse un cruento conflitto a fuoco tra le bande di Crocco, Schiavone, Teucci e Minelli e la squadra di Tommaso La Cecilia, coadiuvata da un drappello di Lancieri. I briganti ebbero il sopravvento. La masseria venne espugnata e data alle fiamme, mentre il curatolo fu passato per le armi.
Pochi anni dopo il dott. Costantino Serrilli restaurò la masseria ed edificò il secondo piano proprio al di sopra dei due magazzini del ‘600 e del ‘700, munendo il fabbricato di due garitte di difesa sugli spigoli Est ed Ovest, per sfruttare la posizione naturalmente forte del fabbricato.
Alla stessa epoca risale il rifacimento dei magazzini sul lato Est, le cui mura perimetrali esistevano già alla fine del ‘600. In questi locali sono stati creati due mini appartamenti e due stanze doppie, a disposizione degli ospiti.
Gli arredi dell’intero pianterreno e del secondo piano sono quelli originali (eccezion fatta per la sala breakfast, nella quale, tuttavia, è rimasta l’antica cucina economica).
Alcuni arredi delle stanze adibite all’ospitalità sono stati reperiti nei magazzini della Masseria ed opportunamente restaurati.