I ruderi dell’antico monastero sorgono nell’incantevole cornice di San Martino in Valle. Per accedere al sito si attraversano le suggestive Gole di San Martino, “varco roccioso” tra due montagne largo poco meno di due metri.
La leggenda narra che lo stesso San Martino aprì la roccia con la sola forza dei gomiti per favorire l’accesso alla montagna e costruirvi la Chiesa.
Attestato per la prima volta nell’829 d.C. tra i possedimenti dell’Abbazia di Santo Stefano in Lucania, il monastero fu costruito su un primitivo insediamento eremitico scavato nella roccia. Della struttura, riportata alla luce negli ultimi anni, sono oggi visibili i resti del cancello di accesso e un cortile interno che conduce ad un portico originariamente a tre arcate sorrette da quattro colonne con capitelli a foglia.
L’interno è diviso in tre navate e presenta una pavimentazione a lastre di pietra nella zona presbiteriale.
Dalla navata centrale si passa a quella settentrionale attraverso un muro a tre arcate sul quale sono visibili tracce di affreschi; da questo lato si può accedere all’ambiente più antico della chiesa, interamente scavato nella roccia, dove sono conservate due colonnine datate 1411.