Caratteristico eremo scavato in una grotta sopra un riparo di roccia, accessibile attraverso una scalinata e un passaggio angusto sul lato esterno al termine del quale, a causa della particolare sporgenza della parete, è necessario strisciare carponi per accedere alla cavità.
Attraverso la strettoia si può entrare in due ambienti: il primo è una stanza di forma rettangolare con due nicchie scavate; il secondo contiene un altare e un serbatoio per la raccolta delle acque.
L’eremo è attestato per la prima volta nel 1275 come dipendenza di Santo Spirito della Maiella.
Non è possibile sapere con certezza se l’eremo sia stato fondato da Pietro da Morrone, tuttavia si narra che il futuro Celestino V salì sulla Maiella e poi scese in una grotta, difficile e pericolosa da raggiungere, in cima alla Valle dell’Orfento. Per rendere il percorso più agevole, sistemò degli assi di legno per accedervi senza pericolo. Quando i suoi confratelli seppero che aveva abbandonato San Bartolomeo iniziarono a cercarlo e lo trovarono in quella grotta nella quale dimorò per diversi anni insieme a due compagni e dove costruì un oratorio e delle celle.