Intitolazione moderna: S. Lucia a Castello
Nome antico del sito: Rave Canina (1130 ca); oppidum Sancti Angeli de cognomento Rabicanum (1137); Rupecanina (1155-1156); sanctum Angelum (1175); Roccam Sancti Angeli de Rupe canina (1229-1230); castrum sancti Angeli de Ripacanina (1241-1246); castri Sancti Angeli de Rupecanina (1267, 1276, 1289-1290); castri Sancti Angeli de Rupacanina (1290).
Nome moderno del sito: Sant’Angelo d’Alife
Comune: Sant’Angelo d’Alife
Provincia: Caserta
Ubicazione: estremità orientale della cinta fortificata del castello
Inquadramento storico
Le notizie inerenti la chiesa possono essere desunte dalle informazioni contenute nelle fonti scritte in merito all’insediamento fortificato di Rupecanina.
Il Castello di Rupe Canina, come ricordano le fonti scritte, fu il protagonista delle acerrime lotte intestine tra Rainulfo di Drengot, esponente di una delle innumerevoli famiglie normanne dislocate sul territorio italiano, e Ruggero II. Alla morte di Rainulfo, avvenuta nel 1139, il territorio posto sotto il controllo di Rupe Canina, che intanto aveva raggiunto l’apice della sua estensione, si apprestava a vivere un periodo pacifico ma al contempo critico. Ruggero II, infatti, liberatosi delle minacce separatiste, dava il via allo smembramento della contea di Alife, in cui il castello di Rupe Canina e l’annesso territorio ricadevano. Bisogna però attendere l’avvio del programma di riorganizzazione difensiva territoriale di Federico II, per vedere riconosciuta nuovamente l’importanza strategica dell’insediamento, che sarà oggetto di ricostruzioni e migliorie. Il periodo a cavallo di XIII e XIV secolo sembra, quindi, il momento più fortunato per l’insediamento, tanto che, alla funzione prettamente militare si associa quella difensiva, a favore di una piccola comunità locale che si concentra ora nel nascente borgo, lungo i pendii della collina. Il lungo periodo di pace sarà interrotto nel 1437 quando, l’esercito pontificio di Giovanni Maria Vitelleschi, in lotta con Roberto d’Angiò, pone d’assedio il castello, determinandone il progressivo abbandono in favore degli odierni centri abitati di Raviscanina e Sant’Angelo d’Alife.
Descrizione del sito
Il sito di Rupe Canina si colloca presso una diramazione della via Latina, che a sua volta si ricongiunge alla Via Appia in direzione di Capua. Il colle che ospita l’insediamento e che giunge ad un’altezza di circa 500 m s.l.m., è posto a cavallo dei territori comunali di Sant’Angelo e Raviscanina.
Descrizione del monumento
Il complesso archeologico si articola in due grandi aree: la zona sommitale e l’area del borgo lungo i pendii occidentale e meridionale del colle. La sommità dell’altura comprende: la rocca signorile con una possente torre quadrangolare, di cui si conservano ben tre livelli, una grande cisterna a pianta rettangolare con copertura voltata a botte, ed una serie di ambienti con differenti funzioni d’uso, che si dispongono lungo tre allineamenti principali da Nord a Sud.
Tutte queste strutture sono racchiuse da una prima cinta muraria trapezoidale cui, in un momento successivo, viene ancorato un secondo tratto che segue l’andamento dell’ultima isoipsa del suolo collinare. Questo tratto più ampio conserva una torre quadrangolare ed una torretta semicircolare. Quest’ultima coincide con la cortina esterna dell’abside della chiesa attualmente dedicata a S. Lucia.
La chiesa probabilmente dedicata in origine a S. Maria, occupa l’estremità orientale dell’area di sommità chiusa dal grande circuito trapezoidale. Viste le ridotte dimensioni e la stessa posizione dell’edificio, in prossimità dell’area palaziale, dovrebbe a ragion veduta considerarsi una cappella privata. La chiesa è a navata unica e l’abside poggia direttamente sulla cortina interna della torre semicircolare Est, mentre il perimetrale Sud corrisponde ad un tratto del circuito murario difensivo. L’accesso avviene da una piccola rampa che discende verso un portale che è probabilmente, frutto di restauri e sistemazioni successive. Internamente la struttura preserva ancora tracce di affreschi, nelle porzioni laterali del catino absidale. In particolare, si conserva abbastanza ben leggibile la figura di un Santo sulla destra, con il braccio sinistro che sorregge un libro, su cui poggia la mano destra, mentre sulla sinistra sembra percepibile la presenza di tracce pertinenti a diverse fasi di decorazione. La cornice che circonda le figure è caratterizzata da due fasce in rosso, che chiudono una stretta fascia in giallo, separate tra loro da una sequenza di perline bianche. Nella fascia centrale è inserito un motivo vegetale trilobato stilizzato. I confronti proposti tanto per i motivi decorativi della cornice che per i tratti del volto del Santo, fanno ipotizzare una datazione dell’affresco intorno alla metà del XII secolo. Mentre è probabile che le tracce di intonaco dipinto sottostanti, siano da attribuire ad un periodo precedente l’arrivo di Ruggero II, al quale è forse imputabile la ricostruzione dell’edificio e la realizzazione del nuovo ciclo pittorico.