Intitolazione moderna: S. Domenico
Diocesi attuale: Alife-Caiazzo
Nome moderno del sito: Largo S. Domenico
Comune: Piedimonte Matese
Provincia: Caserta
Ubicazione: largo S. Domenico, centro storico di Piedimonte Matese
Inquadramento storico
Il convento e l’annessa chiesa di S. Tommaso furono edificati sul finire del 1300 da Sveva Sanseverino, moglie di Giacomo Gaetani, signora di Piedimonte Matese e pronipote di S. Tommaso d’Aquino.
Nel 1600, sia la chiesa che il piano superiore del convento, ricevettero le prime sostanziali modifiche. Nel 1700, contestualmente alla realizzazione delle “scalelle” che da Largo S. Domenico conducono fino alla soprastante Via Cila, fu realizzato il chiostro minore. Il complesso fu soppresso nel 1809, prima di essere trasformato un secolo dopo in edificio scolastico.
Oggi l’edificio è noto come complesso di S. Domenico, dai Padri Domenicani che vi risiedettero fino all’anno della soppressione. Attualmente, esso ospita le sale espositive del Museo Civico R. Marrocco, istituito nel 1913, rimasto però chiuso per alcuni decenni e definitivamente inaugurato il 16 giugno 2013.
Descrizione del sito
Il complesso di S. Domenico, nell’omonimo largo, si situa nel centro storico del comune di Piedimonte, ai piedi della collina di S. Giovanni, e delle propaggini del Monte Cila.
Descrizione del monumento
Il complesso, si sviluppa tra il Largo omonimo e Via Ercole d’Agnese. L’attuale ingresso è sul largo, dove si ritrova anche la chiesa del convento, oggi chiusa al culto e che doveva essere collegata al braccio porticato Sud-Orientale. L’edificio del convento che si sviluppa su tre livelli, è organizzato intorno al grande chiostro con portici sui 4 lati e finemente decorato da un complesso ciclo di affreschi. I bracci porticati, che si aprono in 24 arcate gotiche, ospitano attualmente il lapidarium del Museo Civico ed una serie di capitelli provenineti dall’antica Telesia. Dal braccio Nord si accede al chiostro minore, a pianta quadrangolare, privo di bracci porticati, ad eccezione di un lato, dove si può ammirare la parete di roccia scavata e sulla quale poggia parte del complesso. Gli ambienti cui si accede dal chiostro minore, ospitano attualmente le sale della mostra temporanea “Gens Fortissimae Italiae” che ripercorre, attraverso l’esposizione di numerosi reperti archeologici, le vicende del popolamento pre classico del territorio piedimontese.
Il piano superiore ospita la prima collezione del Museo Civico comprendente numerose monete, alcuni elementi lapidei scolpiti, i fossili rinvenuti nel territorio circostante, una collezione di armi moderne, alcuni paramenti sacri, una pinacoteca e numerose ceramiche locali del ‘700.
Nella zona Nord, in alcuni punti interni al complesso, è possibile vedere come questo fosse separato dal soprastante palazzo ducale, tramite una possente muraglia che in origine doveva essere dotata di una merlatura superiore.
Il ciclo pittorico
La ricca decorazione pittorica interessa i quattro bracci porticati del chiostro maggiore.
Nel braccio Nord Ovest, nel quale si accede direttamente dall’ingresso principale dell’edificio, le vele delle volte sono caratterizzate da raffigurazioni allegoriche dei segni zodiacali e delle stagioni. Nei restanti spicchi, invece, ritroviamo maschere, arpie, cesti di frutta e tendaggi, intervallati da elementi floreali e vegetali.
Nel braccio Nord Est, incontriamo in sequenza un cavallo baio, una voliera vuota, una figura femminile seduta (probabilmente S. Lucia), altri personaggi sia maschili che femminili. Queste rappresentazioni sono completate poi, dalla presenza di quadri con raffigurazioni paesaggistiche che occupano la porzione centrale della volta.
Il braccio Sud Est presenta un tema di tipo fantastico, che caratterizza tutte le raffigurazioni. Si incontrano in quest’ala, infatti, mascheroni alternati a sfingi con qualche decorazione vegetale.
Il braccio Sud Ovest presenta in ordine: un’arpia, un altare sacrificale, una figura femminile, la rappresentazione del mito di Giuditta e Oloferne, e le allegorie della Prudenza, della Fortezza (Forza), della Temperanza e della Giustizia. Seguono quindi, la rappresentazione di Davide e Golia, e l’allegoria della fede. Anche in questo braccio, la porzione centrale delle volte è interessata da riquadri con vedute paesaggistiche.
Il ciclo “domenicano”
A questi affreschi si aggiungono anche quelli presenti sulle pareti cieche del portico, che riguardano il ciclo della vita di S. Domenico. La prima figura che si incontra, è probabilmente proprio il Santo posto forse a protezione del luogo. Mentre, più certa, è l’identificazione dell’altra figura posta nell’ultima arcata del portico Sud Ovest. Si tratta di S. Pietro Martire, nato a Verona nel XII secolo, e rappresentato con la consueta ferita al capo. Lungo il portico Nord Ovest si incontra poi la figura di un altro frate dominicano, ma la rappresentazione è incompleta. Segue una figura umana con mantello nero, forse identificabile ancora una volta con S. Domenico, quindi S. Martino de Porres, e l’incontro fra S. Domenico e il vescovo di Osma. L’ultima scena ritrae l’interno di un edificio sacro.
Nel braccio Nord Ovest sono presenti ancora raffigurazioni della vita del Santo.
Nel braccio Sud Est si incontrano due frati con aureola ed un probabile soldato.
Segue una rappresentazione in pessimo stato di conservazione, dove è possibile intravedere alcuni elmi e soldati, con una rocca sullo sfondo. L’ultima scena, infine, ripropone l’interno di un’osteria con un mendicante, un frate ed un ricco signore. Infine, nel braccio Sud Ovest, è rappresentato un episodio del Nuovo Testamento con due donne, forse S. Elisabetta e la Vergine.