Intitolazione moderna: Cattedrale
Intitolazione antica: S. Terenti (altomedioevo); S. Joannis Apostoli (1641)
Diocesi attuale: Teano-Calvi
Comune: Teano
Provincia: Caserta
Ubicazione: Piazza del Duomo 1, Centro storico di Teano
Inquadramento storico
La tradizione locale colloca in tempi antichissimi l’origine della Cattedrale, che sarebbe sorta sui resti di una chiesa edificata sulla tomba di S. Paride verso la metà del IV secolo (sebbene un’altra tradizione erudita ritenga che la chiesa di S. Paride ad fontem sia la prima vera cattedrale di Teano, probabilmente abbandonata a seguito delle numerose incursioni barbariche).
In realtà non disponiamo di elementi certi per provare una così antica origine dell’edificio, ma certamente le numerose epigrafi cristiane rinvenute anche nel secolo scorso, testimoniano di una precoce diffusione del Cristianesimo nel territorio sidicino. Recentemnete l’ipotesi che vedeva S. Paride quale fondatore della diocesi nel IV sec. è stata messa in discussione, poichè S. Paride sarebbe stato in realtà il restauratore e difensiore del cattolicesimo, tra VII e VIII sec.
Un’importante documento, che attesterebbe la presenza di una prima cattedrale, in luogo dell’edificio attuale, è un’epigrafe rinvenuta nel corso di alcuni restauri effettuati nel 1750. Questa epigrafe attesterebbe che nel corso dell’XI secolo, la chiesa era già cattedrale e che in precedenza fosse dedicata a S. Terenziano, secondo la tradizione, natio di Teano.
Purtroppo non sappiamo nulla delle vicende storiche dell’altomedioevo, probabilmente distrutta dalle incursioni saracene, dovette conservare la dedicazione originaria fino al 987 per poi essere distrutta nel 1062 a seguito dell’incursione normanna contro la città. E’ probabilmente dopo questo grave episodio che si dovette procedere alla costruzione di una nuova chiesa cattedrale accanto alla precedente, la cui data di fondazione è comunque sconosciuta.
Descrizione del monumento
La cattedrale altomedioevale dotrebbe corrispondere all’area dell’attuale cappella posta sul lato sinistro del complesso architettonico. La tomba del santo trovava posto nell’ultimo vano dell’attuale cripta, in corrispondenza dell’abside. In posizione opposta rispetto al catino absidale, durante i lavori di risistemazione della Cattedrale (XVIII sec.), fu rintracciato un porticato su colonne, il cui piano di posa era all’incirca alla stessa quota della pavimentazione in pietra calcarea, rinvenuta nell’area antistante la tomba e nel vestibolo. La ricostruzione dell’assetto planimetrico di queste strutture appena descritte, fa supporre che la Cattedrale dell’XI secolo possa corrispondere all’area ora occupata dalla grande cappella che fiancheggia la navata sinistra.
Tuttavia a seguito dei bombardamenti del 1943, dell’originaria cattedrale romanica si conservano soltanto poche tracce nell’ambone e negli elementi decorativi musivi e plastici inseriti nel portico o conservati nella cripta (oggi lapidarium del complesso).
Ciò che ammiriamo oggi è quindi il frutto della monumentale ricostruzione di epoca normanna, che ha interessato molti edifici religiosi della provincia di Caserta. Tuttavia un frammento d’iscrizione rinvenuto nel muro del presbiterio, ricorda alcuni lavori di ricostruzione, confermando di conseguenza anche l’ipotesi di datazione all’XI secolo dell’apparato decorativo dell’altare e della volta del ciborio .
Internamente, l’edificio presenta un impianto basilicale a tre navate con terminazione absidata, separate da due file di colonne di riutilizzo. Di reimpiego risultano anche i numerosi elementi architettonici visibili tanto all’interno che all’esterno dell’edificio, e probabilmente relativi ad un complesso edilizio dedicato ad Iside. L’illuminazione doveva essere garantita in origine da due file di monofore, poi sostituite da ampie finestre nel corso del XVII secolo.
Come si accennava prima, del periodo romanico cui si attribuisce la fondazione dell’attuale cattedrale, sopravvive il bellissimo ambone.
La cripta, che oggi conserva una cospicua mole di elementi architettonici e decorativi pertinenti l’edificio e raccolti in fase di moderna ricostruzione dello stesso, poggia su un complesso ipogeo. Questo complesso, diviso in tre navate con volta a botta e piano pavimentale in cocciopesto, è stato giustamente iterpretato come una cisterna di epoca romana.
All’edificio religioso si affianca anche un imponente campanile a pianta quadrangolare probabilmente coevo alla fabbrica della cattedrale.
A seguito di un violento incendio agli inizi del XVI secolo, la facciata dovette subire gravi danni, ma fu ricostruita soltanto nel 1636, quando fu realizzato un elegante portico rinascimentale e furono operati ulteriori restauri all’interno. In quell’occasione la cattedrale dovette ricevere la nuova dedicazione a S. Giovanni Apostolo, come testimonia la monumentale iscrizione dedicatoria apposta in facciata .
Uno degli ultimi corpi di fabbrica ad essere aggiunti al complesso, è la Cappella di S. Paride, realizzata agli inizi del XVIII secolo nell’area dell’attiguo seminario. Il secolo successivo segna, invece, una fase di decadenza non soltanto per la cattedrale ma per l’intera diocesi. Un primo segnale di ripresa sarà rappresentato dai restauri del Cardinal D’Avanzo nella seconda metà del secolo.
Infine, a seguito del secondo conflitto i cui effetti avevano danneggiato il complesso, furono eseguiti ulteriori restauri.