Alla fine della seconda guerra punica, che fu combattuta tra Roma e Cartagine nel III secolo a. C. (dal 218 al 202 a.C.), prima in Europa (per 16 anni) e successivamente in Africa, e che per oltre 10 anni aveva devastato il Sud dell’Italia da Capua a Taranto a Rhegium (Reggio Calabria), il beneficio della pace portò ad una graduale ripresa economica che favorì lo sviluppo dei centri interni tra i quali, oltre a Volcei (Buccino), Grumentum (Grumento), Venusia (Venosa) e Potentia (Potenza).
A questo punto divenne evidente che la sola via Appia non era più sufficiente per assicurare i collegamenti tra le varie città, anche perché diventava sempre più forte, per motivi politici e militari, l’esigenza di collegare alla rete viaria anche Rhegium attraversando il Brutio.
Per questi motivi Roma diede inizio alla costruzione della via Annia Popilia, che, come ricorda “l’Elogio di Polla”, attraversava, con il suo percorso, Capua (Capua), Nuceria Alfaterna (Nocera Inferiore), Moranum (Morano Calabro), Cosentia (Cosenza), Valentia (Vibo Valentia) e Rhegium (Reggio Calabria).
Esistono tre ipotesi su chi abbia voluto la costruzione di questa via. Secondo la prima, che si rifà all’elogio di Polla, a costruirla nel 132 a.C. fu il console Publio Popilio Lentate. Secondo altri, sulla base di una iscrizione rinvenuta nel vibonese, il costruttore nel 153 a.C. fu il console Tito Annio Lusco e quindi la via dovrebbe chiamarsi Annia e non Popilia. Infine, secondo una terza ipotesi, Popilio avrebbe iniziato la costruzione, completata peraltro l’anno successivo il 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo e dunque la via dovrebbe chiamarsi Annia Popilia.