L’eremo di San Michele si trova in una grotta sul Montenero a 1110 mt. s.l.m., proprio di fronte alla Valle del Sele.
La leggenda vuole, che in origine questa grotta fosse del diavolo. Poi, una mattina di maggio dei primi anni del X secolo, il Santo vestito da pastore, apparve al diavolo dicendogli di voler visitare la grotta e ogni posto della montagna. Prima di andarsene, però, dispose quattro pietre a terra in modo da formare una croce. Il diavolo, alla vista di questo simbolo, emise urla strazianti e fuggì via fino a Lauropiano. San Michele prese possesso della grotta e volendo farsi conoscere da un vaccaio di Puglietta, fece in modo che uno dei suoi tori vi entrasse dentro. Il pastore faticosamente salì a riprenderselo, ma prima di arrivare nel luogo dove successivamente fu costruito l’altare, vide un giovane avvolto in una luce splendente. Tornato a Puglietta, l’uomo raccontò tutto alle autorità ecclesiastiche. Ben presto la notizia dell’apparizione di San Michele si diffuse ovunque e quella grotta divenne meta di frequenti pellegrinaggi.
Nella seconda metà del X secolo, in seguito alla diffusione della notizia dell’apparizione di S. Michele, molte persone di vari paesi decisero di dedicarsi a pratiche ascetiche molto severe, in conformità allo spirito povero del Vangelo.
La chiesa di San Michele, che all’inizio era piccolissima, fu ampliata nel corso degli anni dagli eremiti che ci vivevano, con la costruzione di piccoli locali.
L’ultimo eremita fu Giovanni Spagnuolo, sepolto sotto la chiesa come tutti coloro vissuti in quel luogo prima di lui.