Il territorio dell’Alto Casertano, che racchiude ben 48 comuni della provincia di Caserta toccando la provincia di Benevento ed il confine con il Lazio, è caratterizzato da un’identità territoriale molto forte, che si unisce ad una coerenza complessiva di risorse umane e finanziarie, in grado di sostenere un percorso di sviluppo appropriato che abbia come obiettivo principale la valorizzazione e l’integrazione del territorio.
L’Alto Casertano è una zona poco conosciuta, ma con grandi risorse e potenzialità e che, negli ultimi anni, è stata oggetto di apprezzabili investimenti nel settore del turismo rurale ed enogastronomico. La nascita di piccole imprese, la valorizzazione delle produzioni tipiche del territorio, la riscoperta di antichi mestieri artigiani, rappresentano solo alcune tappe del percorso di crescita per l’inserimento dell’Alto Casertano nel turismo di qualità. Questo territorio racchiude due Parchi Regionali, una Oasi Naturalistica, diverse Zone di Protezione Speciale e numerosi Siti di Interesse Comunitario.
Un territorio ubicato per la maggior parte nella zona interna della Provincia di Caserta, piuttosto penalizzato per ciò che concerne la dotazione infrastrutturale, con particolare riferimento ad aspetti quali mobilità, servizi socio-sanitari, istruzione, ecc. Va però sottolineato che, proprio la struttura morfologica dei luoghi, sebbene sino ad oggi abbia rappresentato un vincolo allo sviluppo, ha anche costituito una barriera al progressivo deterioramento e alla contaminazione del territorio. Una opportunità, quindi, quella della conservazione delle condizioni ambientali del territorio, tale da far considerare ancora l’Alto Casertano come “il giardino della provincia di Caserta”.
Borghi fortificati e antichi conventi, insediamenti sanniti e città romane, castelli medievali e verdi boschi, fanno dell’Alto Casertano una tra le mete più ambite del turismo culturale, naturalistico ed enogastronomico della Campania. Terra di antiche tradizioni e paradiso per gli appassionati di escursionismo e di sport estremi. Zona di consolidata tradizione rurale, esso custodisce una varietà straordinaria di sapori e di profumi che è possibile ritrovare nei mille segreti della gastronomia locale e nelle produzioni agroalimentari tipiche, che raccontano la storia di un territorio altrettanto ricco di testimonianze storico-artistiche.
Buona parte dei Comuni dell’area sono piccoli centri, infatti solo 6 di essi ha una popolazione superiore ai 5000 abitanti. Si tratta soprattutto di centri montani, le cui principali fonti di reddito continuano ad essere ancora l’agricoltura e la pastorizia. I piccoli centri si spopolano, rimangono solo gli anziani, mentre i giovani, in cerca di nuove opportunità lavorative e formative, si spostano nei comuni più grandi. Persiste al contempo una forte sensibilità da parte delle giovani generazioni verso le tematiche legate all’appartenenza al proprio territorio, in modo particolare verso la riscoperta delle radici storico-culturali e produttive.
L’Alto Casertano, cerniera fra Campania e Molise, traccia una rotta verso un nuovo orizzonte di sviluppo, coniugando le infinite risorse storico artistiche alla varietà del paesaggio, riaffermando un legame antico tra il territorio rurale e le sue genti. Il patrimonio della tradizione agricola infatti, è da sempre testimone della cultura nelle sue espressioni. E’ un legame che va continuamente rafforzato, riaffermato, vissuto, per fare del paesaggio rurale uno spazio a misura d’uomo, una cornice capace di unire le esigenze economiche di un Paese che vuole crescere alla capacità di migliorare la qualità della vita di tutti, di unire la promozione del patrimonio agroalimentare al rispetto delle meraviglie naturalistiche.
Cenni storici
Un viaggio alla scoperta dei borghi dell’Alto Casertano è una miniera di emozioni, capaci di farti tornare indietro nel tempo: mura ciclopiche, fortezze medioevali, antichi palazzi, chiese e conventi, piccoli centri storici dove il tempo sembra essersi fermato. Nei nuclei antichi, giunti sostanzialmente intatti fino ai giorni nostri, è possibile identificare, attraverso la presenza di colonne, epigrafi, steli commemorative sovrapposte e incorporate negli edifici, le tracce della stratificazione della cultura e degli stili architettonici delle diverse epoche storiche.
L’Alto Casertano è il cuore di fortificazioni antiche, di borghi permeati di storia, di paesi raccolti tra mura secolari e picchettati di torri e bastioni: tra tutti il castello di Rocca d’Evandro, rifugio dei Monaci di Monteccassino in fuga dall’invasione dal regno di Napoli da parte di Carlo V, suggestiona il visitatore con la sua posizione arroccata e inaccessibile. Pietravairano, la cui origine è incerta, ma che sicuramente fu abitata dai Sanniti, come dimostrano alcuni insediamenti rinvenuti sul monte Caievola e sul monte San Nicola, e successivamente dai Romani. Vairano Patenora, nel cui territorio fu sancita l’Unità d’Italia con lo storico incontro tra Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II. Sant’Angelo d’Alife che, insieme a Raviscanina, nacque dall’antica Rufrium, città sorta sulla terra dei Sanniti Pentri. Posizione geografica spettacolare quella di Piedimonte Matese ed Alife, incorniciate in maniera suggestiva dal Matese, e di Gioia Sannitica che, con San Potito Sannitico, presentano tracce ancora evidenti del culto micaelico nelle grotte rupestri, oltre a resti di insediamenti romani.
Punti di interesse
Parchi Regionali, Oasi WWF ed Aree Protette, boschi, fiumi, laghi, panorami incantevoli, una flora e una fauna di rara bellezza, un paesaggio sempre vario, sapori e tradizioni, accompagnano turisti e visitatori in quello che è l’autentico “giardino naturale” di Terra di Lavoro.
I Parchi Naturali Regionali del Matese e di Roccamonfina-foce del Garigliano, rappresentano autentici gioielli dal punto di vista ambientale, con decine e decine di piccoli borghi tutti da scoprire da Gioia Sannitica a Conca della Campania, da Letino (il paesino posto alla più alta altitudine in provincia di Caserta) a Mignano Monte Lungo, rappresentano il luogo ideale per la conservazione della memoria, il rilancio economico e turistico del territorio e per lo sviluppo di attività agricole di qualità.
Tra gli itinerari suggeriti, quello che attraversa i vari Comuni del Vulcano di Roccamonfina, Conca della Campania, Caianello, Galluccio, Marzano Appio, Tora e Piccilli, Roccamonfina, Sessa Aurunca e Teano, tra splendidi castagneti secolari, chiese e santuari, ampi panorami, castelli e sorgenti. Il “vulcano verde” della Campania è contraddistinto da una serie di coni esterni, molti dei quali ancora ben conservati, ed è noto come “laboratorio naturale” di alcune delle acque minerali più famose d’Italia.
Nella Valle del Volturno, fiume la cui storia ha radici antiche, frutto di mutamenti e di vicende segnate da eventi che si perdono nel tempo, sorgono deliziosi e gradevoli borghi medievali, quali Ailano, caratteristico per la presenza di stradine e gradoni.
Nel Matese, terra dai forti contrasti dove si perde il confine tra campagna coltivata e natura selvaggia si alternano, tra vallate e colline, paesini caratteristici e boschi immensi e fascinosi; da Capriati a Volturno, paesino situato nella propaggine estrema del Matese campano, a Fontegreca, piccola e graziosa cittadina, celebre per i suoi uliveti e vigneti e per una specie rara di cipresso. Passando per Valle Agricola, caratteristica per la salubrità dell’aria e la bellezza del paesaggio, o Castello del Matese e Gallo, immersi tra aspre montagne e verdi pianori, tra pascoli ancora frequentati da pastori, e pittoresche torri medievali.
Prodotti tipici e cultura enogastronomica
Un lungo, piacevole e sorprendente “itinerario del gusto”: il territorio dell’Alto Casertano, offre numerose possibilità di percorsi enogastronomici.
L’andar per frantoi in autunno è una delle migliori opportunità che i visitatori hanno per conoscere di questo territorio luoghi e sapori. L’itinerario dell’olio costeggia una chilometrica e spettacolare balconata che, tra castagneti ed uliveti, si affaccia sulla valle del Garigliano e sul mare di Formia e Gaeta.
L’Alto Casertano è, inoltre, terra di salumi, salsicce e prosciutti di qualità, una vocazione ulteriormente rilanciata e valorizzata negli ultimi tempi con il recupero del maiale nero casertano, una specie autoctona a rischio di estinzione fino a pochi anni fa. Eccellenti i vini ottenuti da vitigni autoctoni come l’Aglianico, la Falanghina e il Pallagrello. Dalla trasformazione, inoltre, delle castagne del vulcano di Roccamonfina, arrivano autentiche golosità, come ad esempio: caldarroste, marmellate, castagnacci in barattolo, liquori e castagne sciroppate. Rarità dell’Alto Casertano sono, invece, le peschiole di Vairano Patenora, pesche raccolte prima della maturazione. Inoltre, come non ricordare i caciocavalli e i formaggi del Matese, le cipolle di Alife, le patate di Letino, le lenticchie di Valle Agricola, gli asparagi di San Pietro Infine, i tartufi del Matese e il miele di Galluccio, Alife e Teano.
Tra i formaggi dell’Alto Casertano non solo il “conciato romano” ma anche il “caso peruto”, tipica specialità di alcuni centri del vulcano di Roccamonfina e di Ruviano, purtroppo in via di estinzione a causa dell’abbandono di queste attività, con la conseguenza di una costante diminuzione della lavorazione.
Informazioni turistiche
Gal Alto Casertano: gal@altocasertano.it