Grotta di S. Michele Arcangelo

Intitolazione moderna: Grotta di S. Michele Arcangelo
Nome antico del sito: Ioya, Ioye (metà XII sec.)
Comune: Gioia Sannitica
Provincia: Caserta
Ubicazione: località Curti, frazione di Gioia Sannitica

Inquadramento storico
Scarse sono le notizie storiche inerenti tanto il territorio di Gioia Sannitica quanto la chiesa rupestre di S. Michele.

Descrizione del sito
La grotta carsica, in località Curti, alla quota di 450 m s.l.m., si apre in una parete rocciosa, alta circa 10 m.. La zona, delimitata da un muro di cinta, è facilmente raggiungibile, percorrendo un breve sentiero.

Descrizione del monumento
Superato il cancello si accede alla cavità, che prosegue sulla destra, in salita, ancora per pochi metri, tra concrezioni calcitiche fossili che ostruiscono la probabile prosecuzione verso monte. Lo sviluppo planimetrico della cavità naturale è inferiore ai 10 m, ha un dislivello complessivo di circa 5 m ed il suo asse maggiore si sviluppa in direzione NE-SW.
Superato l’ingresso, alla sinistra del visitatore, è presente un altare protetto da un cappella a doppio spiovente, tuttora utilizzato in occasione del rito religioso che si svolge l’8 maggio. Sulla roccia alle spalle dell’altare, è stata affrescata un’immagine dell’Arcangelo Michele. Sotto la parete rocciosa, adiacente alla cappella, sono presenti due piccoli vani in muratura, attribuiti, dalla credenza popolare, alle tombe di un bambino e di un cane. Sulla parete opposta, a destra rispetto all’entrata, si apre un’edicola completamente affrescata e ben conservata.
La porzione più interessante del sito è quella posta ad una quota più alta e che si addentra nell’ambiente per circa 5 metri. A questa zona si accede attraverso una scala lastricata, parzialmente scavata nella roccia. Un muro delimita la parte interna dell’ipogeo, alla quale si accede attraversando una piccola porta. Tale muro divisorio e gli stipiti dell’apertura, sono decorati da affreschi in parte ancora ben conservati.
All’interno della cavità, alcuni manufatti, attualmente in pessimo stato, avrebbero svolto la funzione di raccolta delle acque di percolazione e di stillicidio.